Amanita muscariaL'Amanita muscaria (comunemente chiamata ovolo malefico) è uno dei funghi velenosi più appariscenti del bosco.
Cappello
Da 8–20 cm di diametro, da rosso vermiglio a rosso acceso, raramente giallastro, cosparso di verruche bianche o
gialle (resti del velo); orlo liscio, ma striato nel senso delle lamelle; cuticola viscida a tempo umido, facilmente
staccabile dal cappello. Allo stadio giovanile è chiuso ed a forma emisferica che, una volta maturo, si apre assumendo
la consueta forma a fungo.
Lamelle
Fitte, libere, bianche, talvolta volgenti al giallo-limone, con lamellule. Le lamelle sviluppano l'imenio, la parte fertile
del fungo dalla quale si formano le spore.
Gambo
Cilindrico e slanciato, bulboso alla base, bianco e portante anello e volva. Nettamente bulboso alla base, pieno poi
cavo, spesso squamuloso-forforaceo. Fino a 20–25 cm circa di altezza per 1-3 di spessore.
Anello
Collocato nella parte alta del gambo, ampio, membranoso, bianco, persistente, un po' striato.
Volva
Dissociata in fasce anulari concentriche, che avvolgono il tratto bulboso dello stipite, bianche e persistenti.
Carne
Bianca, colore arancio sotto la cuticola del cappello, soda.
Odore
subnullo.
Sapore
dolciastro.
Spore
Bianche in massa, ovali, non amiloidi, 9-11 x 6,5-7,5 µm. ed il loro numero è quasi incalcolabile nell'ordine
dei miliardi nel corso di un anno.
Habitat
]Estate-autunno nei boschi di conifere e di latifoglie, più frequente sotto conifere. Molto diffuso.
Commestibilità
La consumazione di questo fungo causa l'insorgenza della cosiddetta sindrome panterinica, che prende il nome
da un altro fungo appartenente alla stessa famiglia, l'Amanita pantherina. L'insorgenza di tale sindrome è dovuta
alla presenza combinata di sostanze neuroattive nel fungo quali: l'acido ibotenico, il muscimolo ed il muscazone.
La sindrome è caratterizzata da manifestazioni quali: disturbi gastrointestinali (non sempre manifesti), formicolio,
delirio, allucinazioni visive e olfattive, depersonalizzazione, sensazione di sognare (stato onirico), depressione,
talvolta agitazione psicomotoria e mania suicida.
Specie simili
Nelle forme più aranciate ed in assenza di verruche (per slavatura da piogge), può essere confuso dai più sprovveduti con
l'Amanita caesarea, dalla quale si distingue facilmente per le lamelle bianche anziché giallo zabaione.
Attenzione! l'Amanita muscaria var. aureola può essere facilmente confusa con l'Amanita caesarea dai meno esperti.
Altri usi e credenze
In alcuni paesi europei è usato come stimolante, per l'effetto neurotropico; in altri paesi viene consumato dopo
prolungata bollitura (ad esempio in alcune zone del Giappone), oppure dopo salamoia e prolungati lavaggi.
Presso alcuni popoli del Nordeuropa e del Sud-America, viene usato come psichedelico. In Siberia solo in tempi
recenti il suo uso è stato sostituito da quello della vodka. Schultes e Hofmann riferiscono del rito di bere l'urina:
si usava bere l'urina di chi aveva usato il fungo, anche per cinque o sei passaggi; questo perché ogni passaggio,
pur conservandone i principi psichedelici, eliminava parte delle sostanze tossiche in esso contenute. Nell'antichità
l'amanita era anche stata oggetto di un florido commercio. Nelle zone in cui scarseggiava raggiungeva prezzi
esorbitanti. Si racconta che i Coriachi non avrebbero esitato a scambiare una renna per un solo esemplare di
amanita muscaria; ciò spiegherebbe lo stretto legame tra la civiltà della renna e l'uso degli allucinogeni. La
specie veniva nel passato usata anche come antiparassitario contro le mosche. Si immettevano in un contenitore
di latte dei pezzi del fungo e, dopo un giorno di macerazione, questo veniva usato per attirare le mosche che
morivano dopo averlo bevuto. In una scena del film-documentario su Ötzi, il protagonista beve una pozione che
ha tra i suoi ingredienti, anche l'amanita muscaria.
Chimica
Dal fungo sono state isolate numerose sostanze: L'unico composto contenente Vanadio esistente nel mondo vegetale.
È presente anche la Muscarina, ma in quantità minime e pertanto è da escludersi un possibile effetto velenoso. È stato
infatti accertato che la muscarina è presente nella quantità di circa 2,5 mg/kg. La muscarina stimola il sistema parasim-
patico provocando sudorazione, contrazione (miosi) delle pupille (effetto anti-midriatico, dato che la midriasi è il rilassa-
mento delle pupille), diminuzione della frequenza cardiaca, sudorazione profusa e aumento della peristalsi intestinale.
Un'altra sostanza presente nell'A. Muscaria è l'Atropina, farmaco anticolinergico per eccellenza. Su una piccola percentuale
della popolazione si è scoperto avere un effetto psicodislettico. Tuttavia è insostenibile che gli effetti tossici e psichedelici
della muscaria dipendano da questa sostanza in quanto presente in quantità molto ridotte. Gli effetti psicotropi possono
essere imputabili alla Bufotenina, sostanza presente anche nelle secrezioni dei rospi della specie Bufo bufo, ingrediente
attivo dei "filtri delle streghe".
Sono invece sostanze isolate in laboratorio come A) l'Acido ibotenico, B) il Muscimolo C) il Muscazone, ad aver suscitato,
nei volontari cui sono stati somministrate, esperienze psichedeliche similari a quelle provocate dal fungo. La quantità di
Muscazone contenuto nel fungo può variare di molto, anche a seconda della zona di raccolta: questo spiegherebbe come
mai la potenza psichedelica è incostante da fungo a fungo. Il Muscimolo, invece, viene escreto intatto per via urinaria,
questo potrebbe spiegare l'abitudine, testimoniata da vari scritti, di riciclare le urine di chi ha assunto la muscaria.